Scalata sulla Rocca di Cefalù tra natura, storia e mito

Dietro il centro storico di Cefalù, poco oltre i tetti rossi e il profilo della Cattedrale, si alza la Rocca, una grande rupe calcarea alta 268 metri che domina tutto il paesaggio. È decisamente impossibile non notarla.

La Rocca non è solo una bella salita o un punto panoramico. È un luogo che racchiude storie antiche, resti archeologici e scorci mozzafiato. Il nome stesso di Cefalù potrebbe venire da qui, dall’antico termine greco Kephaloidion, che significa “testa”, per la forma della roccia che sembra proprio un grande capo umano. E la leggenda va ancora oltre: secondo un mito greco, la rupe nacque dalla trasformazione del pastore Dafni in pietra, ad opera del dio Ermes. Un gesto fatto per salvarne l’anima e renderla eterna.

L’escursione parte da Via Saraceni, facilmente raggiungibile da Corso Ruggero. Il sentiero, immerso nella macchia mediterranea, si snoda tra alberi bassi, cespugli profumati e antiche mura. Già nei primi minuti di salita si avverte la forza del luogo: non solo per la fatica – che c’è, specie nei tratti più ripidi – ma per l’atmosfera. Intorno si aprono vedute sempre nuove, si scorgono grotte, resti di fortificazioni, frammenti di storia lasciati lì, tra le pietre e il vento.

Uno dei punti più affascinanti è il Tempio di Diana, un edificio megalitico risalente all’epoca pre-romana, circondato da mistero e leggenda. Poi si sale ancora, fino alla cima: da lì, il panorama è semplicemente incredibile. Si vede tutto il golfo, la città dall’alto, le colline intorno e, nelle giornate limpide, persino Capo d’Orlando a est e i profili di Palermo a ovest.

L’escursione dura circa due ore tra andata e ritorno. È consigliata scarpe comode, acqua e voglia di lasciarsi sorprendere. Perché la Rocca di Cefalù non è solo una passeggiata: è un viaggio nel tempo, nella natura e dentro una Sicilia più silenziosa, ma profondamente viva.